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al testo di Lorena Turri
Dissacrando Palazzeschi
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Son dove? Son forse a Gaeta? No, certo. Non vivo che in una casa, ben strana, la tana dell’anima mia: “badia” Son dunque in Cadore? Neanche. Non ho che un dolore nella stanzetta ch’è camera mia: “tachicardia” A Gerico, allora? Nemmeno. Non c’è che una cosa sulla ringhiera dell’anima mia: “astenia” Son dunque… confusa? Io tengo una mente e insieme anche un cuore ma è un tarlo abitare in un niente. Son dove? Nella bicocca dell’anima mia. TESTO ORIGINALE Chi sono? di Aldo Palazzeschi Son forse un poeta? No, certo. Non scrive che una parola, ben strana, la penna dell'anima mia: "follia". Son dunque un pittore? Neanche. Non ha che un colore la tavolozza dell'anima mia: "malinconia". Un musico, allora? Nemmeno. Non c'è che una nota nella tastiera dell'anima mia: "nostalgia". Son dunque... che cosa? Io metto una lente davanti al mio cuore per farlo vedere alla gente. Chi sono? Il saltimbanco dell'anima mia.
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Lorena Turri
- 18/12/2010 15:01:00
[ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]
Grazie, Luca, ho molto gradito questa tua osservazione. Turris Lorena ;-)
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Luca Soldati
- 18/12/2010 10:43:00
[ leggi altri commenti di Luca Soldati » ]
Bellissima! Lultimo verso, poi, a mio avviso, è davvero geniale. "Bicocca", nella sua accezione di "casupola" o "catapecchia", rinvia ad uno stato di asfittica precarietà, ma, al contempo, se si tiene presente il suo primo significato che è quello di "piccola rocca o castello alla sommità di un monte", rimanda ad un luogo protetto e salvifico una sorta di turris eburnea al di là del tempo e delluomo per dirla con Nietzsche.
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